Il Sole 24 Ore – Il Digitale spingerà l’efficienza

Il digitale spingerà l'efficenza

L’introduzione della tecnologia digitale nelle fabbriche è capace di aumentare progressivamente il livello di efficienza produttiva, ma la formazione tecnica rimane un aspetto centrale.

Nell’intervista al quotidiano Il Sole 24 Ore del 3 giugno 2017, Pietro Cassani illustra l’importanza che essa ricopre. Agli operatori, infatti, saranno richieste competenze sempre più specifiche nella gestione dei robot.

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«Il digitale spingerà l’efficienza»

Consumi ridotti del 30%, efficienza aumentata di oltre il 25%: sono i parametri garantiti dalle nuove tecnologie italiane per la ceramica (forni, presse, decoratrici) rispetto alle macchine di oggi. E con investimenti su sensoristica, software, IoT e visione artificiale si possono incrementare di un ulteriore 15% sia efficienza degli impianti sia profitti aziendali.

«Il 4.0 inteso come digitalizzazione dei processi applicata all’automazione è una rivoluzione epocale» chiarisce Pietro Cassani, manager di lungo corso dell’industria ceramica e del packaging, che ha creato pochi mesi fa a Imola Ideas 4.0-Industrial Design & Automation Solutions, per supportare le aziende. Perché, spiega, «non si tratta più di avere singole macchine o un Crm 4.0, che esistono da anni, ma di interconnettere i processi dentro la fabbrica. Un percorso in cui i costruttori di macchine ceramiche sono solo agli inizi e dove il primo gap da colmare è sulle competenze umane».

Cassani sottolinea come nell’ambito di Imola, Ideas 4.0 vi sia «una squadra di una ventina di persone tra programmatori, ingegneri, softwaristi già saturi di lavoro. Gli incentivi del Governo servono come stimolo – aggiunge il manager –ma qui rischiamo di avere i robot in fabbrica e nessuno che li sa gestire, bisogna investire sulla formazione tecnica dei giovani».

Un’emergenza, quelle delle risorse umane, sempre più forte nei distretti meccanici emiliani. «Il 4.0 non è solo un approccio tecnologico – afferma Walter Sancassiani, coordinatore del nuovo “Club imprenditori per l’innovazione del distretto ceramico” – è una diversa sultura di impresa e del territorio basata sulla circolarità dell’economia e la trasversalità dell’innovazione. Per questo abbiamo deciso di investire in un progetto che mettesse a confronto gli operatori della filiera per arrivare a un dialogo anche con istruzioni e sistema formativo». Un network a metà tra il think thank e il laboratorio che annovera nove player del distretto di Sassuolo: dai ceramisti Casalgrande Padana, Panaria e Marazzi ai colorifici Smalticeram, Colorobbia e Ferro Coatings fino ai costruttori di macchine quali Siti B&T, Sacmi e LB. «Lo sviluppo di competenze hi-tech attraverso esperienze guidate su impianti pilota è uno dei temi emersi nei workshop già tenuti. Nell’incontro del 5 giugno faremo il punto su una decina di idee, per passare alla coprogettazione» conclude Sancassiani.

Fonte: Il Sole 24 Ore, 3 giugno 2017
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